Quarto Stato N.26 1926 Rosselli Nenni Saragat Rivista Socialista

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Descrizione

QUARTO STATO *RIVISTA SOCIALISTA DI CULTURA POLITICA* **Milano, a.I, n. 26; 2 ottobre 1926** Cm.50x35 circa; pp. 4; senza legatura. Interessante edizione antica e d'epoca, raro periodico socialista,  diretto all'epoca da Roberto Tremelloni e impresso da Rambelli in Milano, con all'interno scritti di: *G. SARAGAT: UN SOFISMA* *C. ROSSELLI: LETTERA APERTA AGLI AMICI DELL'AVANTI!* *P. NENNI: RITORNI DICIANNOVISTI* *F. ADLER: I SOCIALISTI E LA SOCIETA' DELLE NAZIONI* *R. GRIMM: L'EVOLUZIONE DEI RAPPORTI INTERNAZIONALI DEL PROLETARIATO* *C.R.: IL LIBERISMO DI GIRETTI* *.....* *con anche notizie su novità librarie specialistiche;*  in apertura del giornale è comunicata la notizia del sequestro della edizione precedente, ossia del n. 25, su disposizione del Prefetto di Milano motivato così *"...Considerato che tutto il complesso è tale da eccitare gli animi con pericolo di turbamento dell'ordine pubblico..."* DI INTERESSE POLITICO, ECONOMICO, GIORNALISTICO, SPECIALISTICO, BIBLIOGRAFICO *rara edizione originale e d'epoca* Discreta conservazione generale,  segni e difetti d'uso e d'epoca, piegature e sgualciture e strappetti ed erosioni e difetti vari marginali o al dorso, il tutto così come visibile nelle immagini allegate. *(l'immagine allegata raffigura un particolare della prima pagina con l'intestazione, eventuali ulteriori informazioni a richiesta)* *#####* *Esce a Milano il primo numero della rivista «Il Quarto Stato» fondata e diretta da Pietro Nenni e Carlo Rosselli (firmavano gli editoriali “Noi”). Nei primi numeri Rosselli analizza l’insuccesso della politica socialista con gli articoli Autocritica (3 aprile) e Autocritica, non demolizione (1 maggio). La rivista sopravvive sino all’approvazione delle leggi “per la difesa dello Stato” che portano alla soppressione della stampa antifascista (l’ultimo numero è del 30 ottobre 1926). Alla rivista collabora anche Nello Rosselli che si firma “Uno del terzo Stato”. (dal web)* * ##### cap. 4 - IL QUARTO STATO ##### Gli altri versanti ##### La rivista “Il Quarto Stato” affrontò altri temi oltre a quelli d’interesse prettamente politico ed attuale; fra questi spicca maggiormente quello dei rapporti fra socialismo e filosofia, nei quali articoli Rosselli interviene in maniera sporadica e sintetica. ##### In uno di questi pochi interventi, steso in una nota finale ad un articolo di Giuliano Pischel, Rosselli riafferma l’atteggiamento principale del giornale, che vuole essere il rinnovamento dall’interno del movimento socialista: <>; e continua affermando che della revisione idealistica accetta soprattutto il volontarismo, l’impulso all’azione politica. ##### Rivolgendosi a Zibordi il fiorentino scrive: <>. ##### Per quanto riguarda la politica estera e gli avvenimenti internazionali, è significativa la posizione assunta da “Il Quarto Stato” in una nota direzionale, dovuta probabilmente a Rosselli. Nella lotta iniziata da Stalin contro Trockij, il giornale vede <>. ##### Il giudizio sul bolscevismo e sulla Russia sovietica, scaturisce, del resto, dalla prospettiva politica ed ideologica generale cui guardano i direttori del settimanale, Rosselli in particolare. ##### Da questo punto di vista acquista importanza soprattutto lo spazio e l’attenzione che Rosselli dedica alla socialdemocrazia austriaca, in particolare ad Otto Bauer. ##### Quest’interesse prova la ricerca di una terza via tra riformismo e bolscevismo di cui la socialdemocrazia austriaca sembrava fornire l’esempio migliore. ##### Presentando le conclusioni del libro di Bauer sulla rivoluzione austriaca, Rosselli accetta in pieno la linea politica dei socialisti austriaci nel primo dopoguerra. ##### Quando l’Austria-Ungheria si dissolse nell’ottobre 1918 e la socialdemocrazia assunse il potere, a molti apparve possibile la rivoluzione socialista, ma – scrive Rosselli – fattori interni ed internazionali impedivano di andare oltre la rivoluzione nazionale e democratica: <>. ##### Così, per il fiorentino, la conciliazione tra classe e nazione, tentata dai socialisti austriaci, risponde ad esigenze storiche e politiche della società europea. ##### Dal marzo all’ottobre 1926, Rosselli trascorre a Milano la maggior parte del suo tempo. Il peso della rivista ricade in pieno sulle sue spalle. Via Ancona, la sede del settimanale, è un luogo di riunione quotidiana per i giovani socialisti che vogliono l’unificazione dei due partiti e la costituzione di una coalizione antifascista repubblicana. ##### Il suo piano di lavoro per il futuro più vicino è chiaro: promuovere ad ogni costo la Concentrazione repubblicano-socialista, sostituire i metodi legalitari dei vecchi leaders con l’azione clandestina. ##### Così, accanto al lavoro giornalistico, Carlo s’impegna a fondo nell’attività politica clandestina. ##### Nel luglio, due avvenimenti imprimono un ritmo nuovo alla vita di Carlo: a distanza di pochi giorni, il giovane lascia per sempre l’insegnamento universitario e sposa Marion Cave. Carlo aspettava da qualche tempo che tutte e due le cose accadessero. ##### Da quando aveva deciso di impegnarsi con tutte le energie nella lotta antifascista, aveva guardato all’insegnamento come ad una perdita di tempo, una dispersione inutile. ##### Quanto all’altro avvenimento del luglio 1926 – il matrimonio con l’inglese Marion Cave – non si trattò di una decisione improvvisa. Fu invece la conclusione di un rapporto iniziato anni prima a Firenze, nel pieno della lotta antifascista. ##### Marion, di tre anni più anziana, era nata vicino Londra da Mary ed Ernest Cave, un insegnante quacchero che professava idee progressiste; vicine al liberalismo gladstoniano ed al socialismo cristiano inglese di fine secolo. ##### Sicuro di aver trovato la compagna che cercava, Carlo avrebbe voluto sposarla già nel ’25. Ma la madre, Amelia, lo persuase a rinviare di un anno le nozze. ##### Finalmente, il 25 luglio 1926, avvenne il matrimonio. ##### In ogni caso, tornando all’esperienza della rivista, la battaglia che Rosselli intraprese su “Il Quarto Stato” conseguì un obiettivo non trascurabile: quello di far concentrare sul tema dell’unità socialista la polemica precongressuale all’interno del PSI. ##### Ma il 5 novembre 1926 Mussolini riunisce il Consiglio dei Ministri che decide tra l’altro lo scioglimento di tutti i partiti, associazioni ed organizzazioni che esplichino azione contraria al regime. Non solo non possono più realizzarsi i progetti giornalistici del PSLI: anche l’esperienza de “Il Quarto Stato” deve concludersi con il numero del 30 ottobre 1926. ##### Qui, recensendo, non a caso, una scelta di lettere di Mazzini ordinata dall’amico Zanotti Bianco, Rosselli ne rievoca <>. ##### Di Mazzini, il giovane non accetta solo l’insegnamento morale, l’idea di nazione ben lontana dalla volgare diffamazione nazionalistica: quando tutto sembra disperato, egli esalta i metodi mazziniani fino a scrivere viva la teoria del pugnale – se l’Italia è oppressa! . Torna ancora una volta, la fiducia nell’attentato, nel gesto individuale per scuotere gli italiani e spingerli alla lotta antifascista. ##### Carlo Rosselli, facendo un bilancio culturale della sua iniziativa voluta e diretta durante i mesi agitati del 1926, è convinto di aver agito con larga condiscendenza, con aperta comprensione, con rispettosa deferenza; <>. ##### In realtà – come ha riconosciuto anche Stefano Merli, per citare una delle osservazioni più acute a riguardo – “Il Quarto Stato” rappresentò la rinascita socialista dopo la sconfitta, l’inizio della ripresa attraverso il superamento della mentalità e dei metodi dell’Aventino. Rosselli non credeva più al legalitarismo come non ci credeva Nenni: entrambi nel ’26 conducevano già la lotta al regime sul piano clandestino, entrambi credevano alla necessità di usare la violenza per scuotere quei ceti medi. Infine, entrambi erano disposti a collaborare nella cospirazione antifascista con tutte le forze contrarie al regime. (dal web) ##### *cap. 4 - IL QUARTO STATO* ##### *La nascita della rivista* ##### *A una rivista politica che facesse un serio tentativo di rinnovamento ideologico e politico nell’ambito del socialismo italiano, Carlo Rosselli aveva pensato più volte dopo il delitto Matteotti. Ed una ragione di fondo gli aveva impedito fino a quel momento di attuare il progetto: la perdurante incertezza sulla scelta che egli stesso avrebbe dovuto compiere tra l’insegnamento e gli studi di economia e l’opposizione aperta al regime.* ##### *Quell’incertezza andava chiarendosi a mano che i mesi passavano e la dittatura mussoliniana si consolidava. In primo luogo l’idea che oltre 30 anni di azione socialista rischiavano di andar perduti se le nuove generazioni non avessero compiuto uno sforzo autonomo per ricostruire su basi teoriche e pratiche adeguate ai tempi nuovi il movimento operaio. Quanto al proprio destino personale, Rosselli aveva scoperto proprio nella crisi seguita all’assassinio di Matteotti la genuina vocazione della sua vita: quella di subordinare ogni aspirazione di carriera e di ricerca all’esigenza etica di abbattere il fascismo.* *!["Quarto Stato", rivista diretta insieme a Pietro Nenni (1926)](https://www.homolaicus.com/teorici/rosselli/images/quartostato.jpg)* ##### *In questo senso, ripercorrendo la formazione politica e culturale di Rosselli, si può forse dire che il fascismo ebbe su di lui l’effetto di potenziare al massimo le sue notevoli qualità di politico e di coraggioso cospiratore.* ##### *A questa duplice premessa – rinnovamento del socialismo, azione antifascista – si lega la nascita, nel marzo 1926, di “Il Quarto Stato” definita da Rosselli e Nenni che ne furono i fondatori <>. C’è, tuttavia, da chiedersi quale fosse la base più specificamente politica e giornalistica del nuovo periodico in un momento così difficile per la libertà di stampa.* ##### *Agli inizi del ’26, Carlo Rosselli aveva indirizzato una lettera a Pietro Nenni per spingerlo ad assumere la condirezione del settimanale. L’esempio a cui Carlo si rifà è di nuovo quello di Matteotti: <>.* ##### *Matteotti è insomma l’eroe positivo a cui Carlo vuole assomigliare. Ed è pronto per attuare quello che ritiene il suo dovere, a far la rivista anche da solo. <>.* ##### *Rosselli ritiene che la rivista possa assolvere ad un compito politico non trascurabile: <>.* ##### *Il giornale è visto come una delle espressioni dell’attività politica antifascista, uno strumento per attirare nuovi elementi nella lotta, un gruppo preparato a lavorare per il dopo, quando il fascismo cadrà.* ##### *Sul piano ideologico, l’intento – come scriverà lo stesso Rosselli a Tommaso Fiore l’11 marzo 1926 – è di iniziare <>. Si tratta, secondo Rosselli, di <>.* ##### *Ora, per quanto riguarda i due condirettori della rivista, Rosselli e Nenni, vi era una piena convergenza fra i due. Comune a entrambi era la critica severa dell’Aventino, la decisione di proseguire la lotta anche sul terreno illegale, il posto centrale assegnato in quel momento al problema istituzionale, l’adesione all’Internazionale di Amsterdam. E, soprattutto ,la strategia da seguire contro il fascismo promuovendo la formazione di un blocco antifascista che andasse dal proletariato alle minoranze borghesi più avanzate. Quanto alle differenze, esse erano soprattutto di esperienza politica e culturale, e di temperamento.* ##### *Sabato 27 marzo 1926 appariva il primo dei trenta numeri di “Il Quarto Stato”, la gerenza affidata ad un giovane unitario, Roberto Tremelloni.* ##### *Il giornale era l’espressione di un gruppo di giovani dei due partiti socialisti. Così, coerentemente del resto agli obiettivi di Nenni e Rosselli, troviamo esponenti di tendenze differenti: i massimalisti Lelio ed Antonio Basso; i riformisti Giuseppe Saragat, Piero e Paolo Treves per citare i nomi più noti. E poi gobettiani, liberali e salveminiani come Mario Vinciguerra, Tommaso Fiore.* ##### *Comune a tutto il gruppo è una generica volontà di rinnovamento del socialismo, la lotta per la creazione di una coalizione di sinistra, l’intransigenza antifascista. Tra i vecchi e non più giovani chiamati da Rosselli a scrivere per il “Il Quarto Stato”, le divergenze nell’impostazione politica del discorso erano in apparenza minori ma, dal punto di vista ideologico, le differenze c’erano e vennero fuori appena si affrontò la questione dei rapporti tra socialismo e filosofia.* ##### *Adelchi Baratono, il filosofo marxista neo-kantiano, tenne una rubrica di riflessioni politiche e filosofiche sulla necessità di una revisione in senso etico e liberale del marxismo positivistico italiano intriso – a suo avviso – di deteriore economicismo.* ##### *E, a ben guardare, Rosselli trovava negli scritti di Baratono temi ed affermazioni che poteva condividere: da una nuova definizione del classismo, ispirata a Proudhon e a Mazzini, all’analisi del rapporto tra socialismo e liberalismo.* ##### *Ma caratterizzò ,assai più ,la rivista la firma di Arturo Labriola. Il contributo di Labriola, al settimanale milanese ,fu importante sia nell’analisi della sconfitta socialista e dell’avvento fascista, sia nel disegnare la strategia propugnata dal giornale per preparare il rovesciamento del regime.* ##### *Labriola è convinto che il fascismo rappresenti la logica conclusione di un regime che non fu mai democratico bensì ristretto ad un’oligarchia; ai socialisti lo scrittore rimprovera l’insistenza sulle richieste economiche e corporative, l’aver trascurato le riforme politiche.* ##### *Quanto alla prospettiva politica attuale, Labriola parte da un’aperta critica dell’Aventino, comune a Nenni ed a Rosselli, per lanciare la formula della concentrazione tra i repubblicani ed i socialisti di ogni tendenza. Lo scrittore sindacalista insiste inoltre su un tema: gli artefici della riscossa antifascista, egli scrive, <>.* ##### *Nel complesso la rivista accoglie quattro diverse tendenze politiche momentaneamente coalizzate nella lotta alla dittatura: socialisti riformisti; massimalisti; repubblicani; liberali e democratici di sinistra.* ##### *Quanto alla posizione dei due condirettori di fronte all’affermato comunismo e sostenuto da buona parte della sinistra italiana, l’atteggiamento di Rosselli si differenziava radicalmente da quello di Nenni: <>.* ##### *Insieme a questi due fondamentali motivi, come sottolineerà più tardi Nicola Tranfaglia, agiva nel fiorentino una conoscenza ancora molto superficiale del movimento comunista italiano, e più ancora il rifiuto della visione classista della società.* ##### *In un articolo firmato “L’uomo dalla finestra”, apparso sulla prima pagina de “Il Quarto Stato” si legge: <>.* ##### *Qual era, dunque, la prospettiva politica a breve e media scadenza per cui si batteva il giornale, quale la nuova strategia da adottare?* ##### *La Concentrazione repubblicano – socialista è per Rosselli l’obiettivo del momento. Ma il rinnovamento del socialismo italiano e la riunificazione di riformisti e massimalisti costituiscono le premesse inderogabili perché una simile coalizione possa sorgere. E “Il Quarto Stato” intende adempiere appunto a questo compito: favorire con un libero dibattito a più voci la formulazione di una diagnosi, comune alle varie tendenze, di quanto è avvenuto, preparare la base politica del partito socialista unificato. Altro, avverte lo stesso Rosselli, non si può chiedere ad una rivista di cultura.* ##### *I numerosi articoli di Rosselli (alcuni firmati, ed altri siglati con la firma “Noi”) compongono, nel complesso, un discorso organico proprio alla luce del compito principale che il giornale si prefigge e che i due direttori perseguono in maniera e con strumenti differenti.* ##### *Vero è, per altro, che si tratta di una divisione di compiti perseguita di comune accordo tra i due direttori e che gli editoriali firmati “Noi”, a cominciare da quello intitolato “Perché”, dovuto a Nenni, rivelano una stretta collaborazione tra i due giovani ed una costante influenza dell’uno sull’altro.* ##### *Il 27 marzo 1926 esce a Milano il primo numero di “Il Quarto Stato” ed in suddetto articolo introduttivo “Perché”, firmato “Noi”, si dichiara: <>.* ##### *Perché possa aver luogo un rinnovamento socialista, deve esserci però una sincera “autocritica”: ed è proprio con l’autocritica che inizia il discorso di Rosselli su “Il Quarto Stato”.* ##### *Il fiorentino si pone sulla rivista l’interrogativo di fondo cui era di fronte il movimento socialista in quel periodo: “Perché fummo battuti”. E, per rispondervi, chiama in causa non solo le ultime vicende politiche ma la storia d’Italia dall’unità: il Risorgimento, le radici del fascismo, l’atteggiamento della borghesia verso la democrazia.* ##### *<>.* ##### *Sempre nella “Autocritica”, Rosselli insiste sull’estrema difficoltà di innestare il marxismo sulla tradizione del socialismo italiano e ribadisce il rapporto indiretto tra la diffusione del pensiero di Marx e la sconfitta del movimento operaio: <>.* ##### *Rosselli mostra, in realtà, con le contraddizioni del suo discorso, ancora di oscillare tra il recupero dell’interpretazione mondolfiana di Marx ed il rifiuto integrale del marxismo. Il richiamo a Marx che si trova nella sua autocritica deve essere dunque considerato come l’espressione di un temporaneo avvicinamento, formale, al marxismo.* ##### *Il giovane elabora sulla sconfitta socialista e sull’avvento del fascismo una diagnosi che risente piuttosto delle tesi salveminiane e di quelle di Fortunato ma che contiene anche elementi autonomi.* ##### *Le cause della sconfitta socialista, afferma Carlo, devono cercarsi nel costume nazionale e nella storia italiana: le arretrate condizioni economiche del paese, l’assenza di lotte religiose, il carattere elitistico del Risorgimento, appaiono le premesse della recente involuzione totalitaria. L’assenza del proletariato dalla lotta nazionale per la libertà e l’economicismo del Partito Socialista, impedirono che le classi lavoratrici acquistassero un’autentica coscienza del valore supremo della libertà; e questo spiega l’inerzia dei socialisti di fronte al fascismo.* ##### *Accettando in pieno la tesi di Salvemini, Rosselli scrive che compito precipuo del partito di Turati <>.* ##### *L’articolo, insomma, che si era aperto con il nome di Marx, si conclude con l’indicazione di una formula politica e di lotta che rinvia chiaramente a Mazzini: ed è questo insieme il limite ed il senso della posizione di Rosselli il quale ,a ragione, intuisce l’esigenza di sottolineare il valore etico dell’antifascismo, anche di quello socialista, ma non ritiene di poter recuperare quel che di valido c’è nella tradizione marxista del socialismo italiano e, pensa di potervi sostituire un’ideologia idonea ad unire al proletariato i borghesi avanzati.* ##### *L’autocritica di Rosselli diede inizio ad un dibattito, su “Il Quarto Stato”, avendo soprattutto la funzione di chiarire i termini di dissenso tra la vecchia e la nuova generazione socialista. Il dibattito, per altro, fu limitato essenzialmente ai riformisti vicini al PSLI.* ##### *Da un punto di vista politico ed ideologico, del resto il settimanale si andava qualificando sempre più chiaramente in contrapposizione con la linea del gruppo dirigente massimalista.* ##### *Quanto ai riformisti, essi erano assai più disponibili per il tentativo unitario ed anche, se in “Il Quarto Stato” trovavano espressa una critica radicale della politica turatiana, pure sentivano di dover continuare il dialogo con quel gruppo.* ##### *Si faceva interprete di un simile stato d’animo lo stesso Claudio Treves che sulla “Critica Sociale” replicò immediatamente all’attacco di Rosselli.* ##### *Treves è d’accordo con il giovane critico su un punto importante della diagnosi sul dopoguerra: la paralisi del movimento socialista, diviso tra rivoluzionarismo astratto e gretto riformismo.* ##### *Ma l’accordo si ferma qui. Il leader socialista rifiuta la revisione della storia d’Italia proposta da Rosselli e soprattutto le critiche salveminiane alla politica socialista. In realtà, secondo Treves, che segue uno schema rigidamente deterministico d’interpretazione, il movimento operaio fu sconfitto per lo svolgersi di un processo che il movimento operaio non era in grado, e non aveva interesse a controllare.* ##### *La replica di Treves è soprattutto espressione di un modo di sentire e di pensare che doveva essere comune a gran parte del gruppo dirigente socialista, che non si rendeva conto dei termini nuovi della lotta; che, infine, non sentiva l’urgenza e la necessità di una revisione profonda dei metodi e della linea socialista.* ##### *La risposta, di Carlo Rosselli, si trova nel numero quattro del 17 aprile 1926, indirizzando “Due parole agli amici”: <>.* ##### *Rosselli, nella sua risposta, chiarisce bene la differenza, rispetto al passato, della crisi che sta vivendo ora il movimento operaio.* ##### *<>.* ##### *Rosselli inclina decisamente per la seconda ipotesi. Nello stesso articolo, egli insiste sulla differenza tra la crisi di fine secolo e l’attuale <>.* ##### *C’è, senza dubbio, in questo e negli altri scritti di Rosselli dello stesso periodo, un continuo oscillare a proposito dei rapporti tra borghesia capitalistica e democrazia. Incerti sono i limiti ideologici della rivista quando si toccano i “Problemi filosofici del socialismo”. Nella stessa pagina Rodolfo Mondolfo, a proposito di “né materialismo, né idealismo “, intende fornire una conciliazione unificatrice, ed insiste sul rapporto del realismo con l’azione.* ##### *Rosselli non interviene nella discussione dottrinale, ma segue con attenzione le vicende parlamentari inglesi. Nel numero quattro del 17 aprile 1926, a commento dell’articolo di H. N. Brailsford, dal titolo “La democrazia è possibile sotto il capitalismo? “, in una nota anonima sul congresso dell’Independent Labour Party, dal titolo “La politica del salario vitale”, Rosselli scrive: <>.* ##### *In un commento sullo sciopero generale inglese del maggio 1926, il giovane scrive che la <>.* ##### *Carlo è amareggiato per il dissenso ideologico espresso da parte di Treves su “Critica Sociale” ed in “Risposta a Rabano Mauro” replica con il lungo articolo, già menzionato, dal titolo “Autocritica, non demolizione”, che esce nel numero sei del 1 maggio 1926 di “Quarto Stato”.* ##### *A Carlo non piace l’atteggiamento da parte degli anziani del movimento socialista di essere trattato come uno di quei giovani che non avendo vissuto tutta la storia del movimento è portato a rinnegare quanto è stato operato precedentemente. Ed aggiunge: <>.* ##### *Nello stesso numero di “Quarto Stato”, nella “Risposta a Carneade”, cioè Alessandro Levi, firmato “Noi” ossia la Direzione, chiarisce che intende <>.* ##### *Questa prova, Carlo l’aveva già fornita con l’articolo “Il problema monetario”, pubblicato in “Quarto Stato”, nel numero del 24 aprile 1924: <>.* ##### *Nel numero dodici del 12 giugno finalmente, in prima pagina, appare una colonna, in corsivo, dal titolo “Volontarismo”, firmata Carlo Rosselli. La polemica, conclude Rosselli, <>. Ed aggiunge: <>.* ##### *Parole di coraggiosa fermezza,e Rosselli non esita a riprendere il discorso in un corsivo “Contro il pessimismo”, uscito nel numero quattordici del 26 giugno 1926: riorganizzare il movimento dei socialisti repubblicani, <>. Viene così ribadito l’invito ad impegnarsi nell’azione antifascista.* ##### *Carlo Rosselli, per dare prova di realismo critico-pratico, firmandosi C., si pone l’interrogativo “Mazzini o Cattaneo?”.<>.* ##### *Nei successivi articoli, dedicati all’analisi del fenomeno fascista, Rosselli rileva la componente di classe del movimento mussoliniano, ma tende di nuovo a privilegiare l’interpretazione che si collega alle insufficienze della storia italiana. Così nell’editoriale “Chiarificazione”, firmato “Noi”, sul numero diciotto del luglio 1926, si respinge la formula comunista del fascismo come <>.* ##### *La riflessione sul fascismo induce, tuttavia, Rosselli a insistere su un concetto di democrazia che rifletta, non solo sul piano formale, le aspirazioni del proletariato all’autogoverno.* ##### *<>.* ##### *Il problema politico obbliga, tuttavia, di stare “Attenti alla nomenclatura” (n. 19, 31 luglio 1926), per non confondere i due concetti diversi, di democrazia e liberalismo: l’articolo è firmato “L’uomo dalla finestra”, ma Carlo inserisce nel testo il caratteristico “Io sottoscritto”, e prende come paese di riferimento l’Inghilterra: <>. E continua: <>.* ##### *Però continua: <>.* ##### *L'esigenza politica immediata era quella di riunire le forze democratiche socialiste contro il governo fascista, e Rosselli indirizza una lettera aperta al direttore del “Avanti”, pubblicata nella prima pagina di “Il Quarto Stato” del 21 agosto 1926: <>. Si può giustificare, si chiede Rosselli, l’esistenza di due distinti partiti? <>.* ##### *Ciò che importa è la necessità della lotta al fascismo, insiste Rosselli nella medesima lettera: <>.* ##### *Gli interrogativi di Rosselli sono molti e drammatici: <>. La conclusione di Rosselli è triste: <>.* ##### *Occorreva convincere anche i dirigenti del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani di avviare un’azione di unificazione ma, secondo il gruppo di Rosselli, senza dimenticare i punti programmatici per combattere la dittatura fascista: <>. Erano le stesse libertà civili care al laburismo inglese.* ##### *E’ bene soffermarsi per quanto riguarda questo periodo, sull’ultimo aspetto economico-sociale, trattato dalla rivista: il problema meridionale. Rosselli nelle poche righe del 18 settembre, si mostra piuttosto scettico sul ruolo decisivo che la questione meridionale ha esercitato nei confronti della storia italiana. Scrive dunque, commentando “La rivoluzione meridionale” di Guido Dorso: <>.* ##### *Rosselli ha un moto di sdegno nei confronti della presunta centralità della questione meridionale e, molto probabilmente per eccesso di polemica finisce con l’esagerarne in negativo la grande portata storica.* ##### *Come ha rilevato Nicola Tranfaglia, <>.* ##### *Anche nel “Quarto Stato” si segnala la presenza, da parte di Rosselli, di una riflessione economica, esclusivamente dedicata al tema del liberismo. Gli articoli che trattano questo argomento sono due: il primo apparso il 2 ottobre 1926 ed il secondo il 16 ottobre. Giretti ne è l’interlocutore.* ##### *Il “Liberismo di Giretti”, il primo articolo in questione, si propone come un’introduzione alle considerazione generali in materia di liberismo.* ##### *Scrive Rosselli che siamo nel regno dell’utopia dal momento che l’industriale piemontese sembra risolvere i problemi della felicità e del benessere dell’umanità soltanto mediante l’applicazione del libero scambio e nonostante il massimo impegno <>.* ##### *La critica a Giretti, ed al suo liberismo integrale, continua con toni sferzanti. I liberisti puri, sostiene Rosselli, continuano imperterriti a far sfoggio del dogma della consapevolezza individuale e non possono bastare i riconoscimenti della buona fede dei protezionisti i quali, a detta di Giretti, dovrebbero avere come sommo interesse l’attuazione del liberismo.* ##### *Tuttavia la vera questione, lo scrive Rosselli, è sostanzialmente un’altra ed è politica. Il problema, - scrive Rosselli – diventa quindi un altro di attualità politica, un’attualità che i liberisti non solo ignorano, ma <>.* ##### *Rosselli parteggia completamente per la causa dei proletari ed esprime con la dovuta chiarezza il rischio del gioco protezionistico con tutte le ingiustizie ed i privilegi che ciò comporta. E indica la strada del nuovo liberismo capace di scuotere larghe correnti di interessi materiali ed ideali che dovrà sorgere dalle classi sfruttate.* ##### *Nella seconda risposta a Giretti intitolata “E il nostro”, e che reca la sigla C.R., Rosselli riconferma quanto già enunciato, per poi, rivolgendosi direttamente all’interlocutore, porre una domanda risolutiva: <>.* ##### *La verità sta nel fatto, insiste Rosselli, che i liberisti non solo si trovano in un vicolo cieco, ma non hanno possibilità alcuna di rientrare in un gioco dal quale si sono autoesclusi. Sintetizzando; da una parte stanno i proclami dei liberisti puri e dall’altra gli ideali delle masse lavoratrici. Entrambe le parti auspicano a un rinnovamento, ma è pur vero, scrive Rosselli, <>.* ##### *Nel numero del 2 ottobre 1926, già accennato, in un corsivo Carlo si chiede: <>.* ##### *Rosselli continua a sperare in un mutamento di indirizzo politico da parte dei socialisti, e si augura che un segnale possa venire dal Congresso del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, perciò prepara un editoriale dal titolo “Un congresso ed i suoi problemi” che esce nel numero del 9 ottobre: <>. E tristemente nota: <>.* ##### *E conclude: <>.* ##### *Il 7 ottobre 1926 Carlo scrive alla madre: <>.* ##### *Il 22 ottobre sembra ancora pieno di speranze: <>. (dal web:* [*https://www.homolaicus.com/teorici/rosselli/10.htm*](https://www.homolaicus.com/teorici/rosselli/10.htm)*)* *

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