Carena Vocabolario Domestico 1859 Casa Alimentazione Vestire

Valore stimato —97.3

Descrizione

Giacinto Carena Vocabolario domestico *Prontuario di vocaboli attenenti a cose domestiche e altre di uso comune* *Per saggio di un vocabolario metodico della lingua italiana* Napoli, Marghieri-Boutteaux-Aubry, 1859 Cm.18,5; pp.328; bross. edit. (difetti) Interessante edizione antica e d'epoca, vasto repertorio di voci legate a varie abitudini e costumi sociali, con ampia e fitta trattazione distinta nei vari capitoli *Del vestire e delle sue accompagnature* (vestiti e calzature, arredi da uomo, da donne, da bambini) *Dell'abitare* (la casa e le sua parti, masserizie e arredi, scrittoio, camera da letto, cantina, stalla, cucina e dispensa, strumenti di mensa); *Del mangiare e del bere* (cibo e condimenti, cibi vari di origine animale e cibi vegetali, bevande); *Dell'illuminare e degli arnesi a ciò adoperati* (illuminazione, lampade, combustibili solidi e liquidi) Opera curiosa e utile alla conoscenza sia della lingua sia delle antiche costumanze sociali e casalinghe, dove vengono trattati moltissimi argomenti di cui è ovviamente impossibile dare una sintesi. Di interesse culturale collezionistico bibliografico. Buona conservazione generale, segni e difetti d'uso e d'epoca, diffuse fioriture alle copertine. F. Galiani e il suo secolo Aneddoti scelti Roma, A.F.Formiggini, 1930. Cm.20,8, pp.191, bross.edit. (lievi difetti) Gustosa raccolta di aneddoti e motti dello scrittore Ferdinando Galiani (1728-1787), che nacque a Chieti in Abruzzo, e morì a Napoli dopo una vita molto attiva, che lo vide prima inviato dal Tanucci a Parigi come ministro di Ferdinando IV, e poi, richiamato a Napoli, rivestire importanti cariche nell'amministrazione giudiziaria. L'opera è molto interessante perché ci permette di conoscere quello spirito che rese celebre l'abate a Parigi e in tutta l'Europa. Non bisogna dunque cercarvi una silloge delle sue opinioni economiche e filosofiche, o una ricostruzione della sua figura d'uomo e di scrittore, ma da queste pagine balzano fuori con vivezza e originalità il suo temperamento, la sua mentalità. Mentalità schiettamente settecentesca, figlia del secolo che oscillò sempre tra due poli opposti: la profondità dottrinale di un Vico e l'arguzia mordace e spregiudicata di un Piron, lo spirito positivo dei principi e ministri riformatori e la vastissima e troppo spesso superficiale multiformità di un Voltaire. È noto come il Galiani avesse in Francia la consacrazione della sua fama, e l'ultimo capitolo di questo volume è una raccolta di motti e aneddoti che vogliono dare un'idea del secolo e della società nella quale egli visse e primeggiò. Sotto la loro apparenza per lo più frivola, questi aneddoti servono, forse meglio di molte laboriose dissertazioni, a farci comprendere quella parte della vita europea che ha per centro Parigi negli anni che vanno dalla morte di Luigi XIV all'inizio della Rivoluzione. I motti e gli aneddoti di questo volume sono spesso scabrosi e arrischiati, nonostante essi ci siano a volte giunti in una redazione attenuata, perché in quel tempo il linguaggio era di una libertà che sconfinava nella licenza, e tutti dicevano "pane al pane". Il G. in questo non fa che seguire l'uso comune, con grande possibilità di divertimento del lettore. Questa non è un'edizione purgata, quindi è anche di grande pregio filologico e storico.

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